distant time
I know not from what distant time
thou art ever coming nearer to meet me.
Thy sun and stars can never keep thee hidden from me for aye.
In many a morning and eve thy footsteps have been heard
and thy messenger has come within my heart and called me in secret.
I know not only why today my life is all astir,
and a feeling of tremulous joy is passing through my heart.
It is as if the time were come to wind up my work,
and I feel in the air a faint smell of thy sweet presence.
utopalfa
“utopia lies at the horizon. when i draw nearer by two steps, it retreats two steps. if i proceed ten steps forward, it swiftly slips ten steps ahead. no matter how far i go, i can never reach it. what, then, is the purpose of utopia? it is to cause us to advance.”
"l'utopia è là, all'orizzonte. mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. faccio dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi. per quanto cammini, mai la raggiungerò. allora a cosa serve l'utopia? serve a questo: a camminare."
Déserts
All those that people traverse or may traverse: physical deserts, on the earth, in the sea, in the sky, of sand, of snow, of interstellar spaces or of great cities, but also those of the human spirit, of that distant inner space no telescope can reach, where one is alone.
—Varèse
Hell is already here. There are two ways not to suffer in it. The first one is easy for most of us: you accept Hell and become part of it until you do not see it anymore. The second way is more risky and it needs constant attention and learning: you search and identify people and things that despite being within Hell, are not Hell, and you make them last, and you give room to them.
(Italo Calvino)
L'inferno è già qui. Due modi ci sono per non soffrirne.Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa,in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".
il giardiniere
(...)
Giardiniere è colui che è addetto alla coltivazione e alla cura dei giardini e questo tutti lo sanno, ma se andiamo oltre il giardino si scopre che giardiniere è anche colui che sa coltivare e curare qualsiasi cosa gli venga affidata, siano piante o suoni o figli o sensazioni; suo compito è far crescere tutto ciò che ha potenzialità di crescita. Egli non crea dal nulla, semplicemente crea le condizioni perché un seme possa divenire pianta, un’idea composizione musicale, un bambino adulto. Un giardiniere apprezza anche il lavoro degli altri giardinieri (ne è persino orgoglioso) perché sa che se non progrediscono i giardini attorno a lui difficilmente lo potrà il suo.
Giardiniere può esserlo chiunque nel momento in cui impara a coltivare il giardino della propria coscienza e a crescere interiormente insieme a tutte le cose che crescono intorno a lui.
Ah, per finire, d’ora in poi nei programmi di sala scriverò prima giardiniere e poi compositore perché l’attività dell’uno comprende quella dell’altro.
Walter Branchi
Giardiniere può esserlo chiunque nel momento in cui impara a coltivare il giardino della propria coscienza e a crescere interiormente insieme a tutte le cose che crescono intorno a lui.
Ah, per finire, d’ora in poi nei programmi di sala scriverò prima giardiniere e poi compositore perché l’attività dell’uno comprende quella dell’altro.
Walter Branchi
Un essere umano è una parte di una totalità chiamata da noi universo una parte limitata nel tempo e spazio. Egli fa esperienza di se stesso, dei suoi pensieri e delle sue sensazioni, come di qualcosa che è separato dal resto, una specie di illusione ottica della sua consapevolezza. Quest'illusione è come una prigione per noi, ci restringe ai nostri desideri personali e all'unione con poche persone, le più vicine. Il nostro obbiettivo è liberarci da questa prigione, allargando il nostro cerchio di comprensione, fino ad abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.
INFERNO Canto V
...
Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto
là dove molto pianto mi percuote.
Io venni in loco d’ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,
se da contrari venti è combattuto.
La bufera infernal che mai non resta,
mena li spirti con la sua rapina;
voltando e percotendo li molesta.
...
Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto
là dove molto pianto mi percuote.
Io venni in loco d’ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,
se da contrari venti è combattuto.
La bufera infernal che mai non resta,
mena li spirti con la sua rapina;
voltando e percotendo li molesta.
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